Qualche pensiero sulla scuola nel bosco
Credo che una sorta di “scuola nel bosco” o comunque di “scuola all’aperto” oggi sia una necessità vera e propria, che sbaglieremmo a trascurare. Anche se “scomoda” e comunque rivoluzionaria del modo di fare scuola cui un po’ tutte siamo abituate per più ragioni. Non è che finora si sia sbagliato… è che secondo me ora i tempi hanno portato a nuove necessità, cui la scuola, come sempre, se attenta, dovrebbe rispondere. Almeno per quanto riguarda la “nostra età”, la scuola dell’infanzia. Oggi le “attività” (mi si perdoni il termine) che normalmente vengono svolte a mio parere hanno un pochino perso quella caratteristica di assoluta incisività che hanno avuto per decenni. Sempre belle, sempre fondamentali, sempre utilissime e preparate e condotte in modo magistrale…ma… nei fatti i bambini oggi hanno tantissime occasioni di: sperimentare, fare, con materiali diversi, inglese, teatro, psicomotricità, manipolare, danza, cucina, laboratori in tutte le forme possibili e inimmaginabili, nuove tecniche e tecnologie, biblioteche, ecc…. anche al di là della scuola! Tutte cose che, se penso anche solo a me stessa, da piccola non hanno fatto parte della mia esperienza! E di cui giustamente la scuola si è fatta promotrice fino adesso. Al contrario… forse oggi si sono ribaltati i bisogni, ora forse tutti i bambini dovrebbero poter provare:
la sensazione dello spazio grande che ti circonda,
un sentiero o una strada da percorrere da soli con o senza una meta,
sdraiarsi nell’erba alta e ascoltare il ronzio degli insetti,
sentire sulla pelle lo scorrere delle nuvole nel cielo,
starsene ad occhi chiusi immersi nelle voci vicine e lontane,
aspettare il tramonto,
il fiatone e il “male alla milza” dopo una lunga corsa,
ruzzolare, inciampare e cadere,
la polvere mista al sangue sul ginocchio sbucciato,
la complicità con dei compagni “esploratori”,
il gioco “lontano” dagli occhi adulti,
l’odore dell’aria che rimane addosso e nei capelli,
la pipì che bagna le foglie e l’erba,
assaggiare un frutto appena staccato da un albero,
la sonnolenza col sole del primo pomeriggio che si sente fin nelle ossa,
la propria voce che si disperde e non trova muri su cui rimbalzare,
la sensazione fisica del rischio di perdersi, e la fiducia nei propri sensi che si acuiscono,
l’odore della pioggia che arriva o appena caduta,
il tuono che ti sorprende lungo la strada,
il vento che asciuga a poco a poco,
regolare il proprio passo a quello di un amico,
il piacere di tornare a casa dopo essere andati molto lontano… e via dicendo, e facendo..
Ecco, forse, io penso, di queste cose ora non proprio tanti “come una volta” ne fanno esperienza… Per cui, se si potesse, almeno un pochino… come scuola ci dovremmo pensare!!
Maestra Francesca scuola dell’infanzia XVIII Aprile
Grazie Francesca! Incisivo e davvero nel segno ….di quanto tutto questo dia respiro e sana energia ai bimbi! Poi che ridere il tuo racconto del…serpente rosso sull’albero. Buon lavoro…e continua così anche con i piccoli dei 3 anni!! Ormai questo bello sguardo…fa parte di te …
Benedetta
Maestra in Belgio, è la prima volta che sento parlare di questo tipo d’insegnamento. Communque mi piacerebbe proprio venire a vedere sul posto, visitare questa scuola nel bosco. Sarebbe veramente interessante per me